Quante volte parliamo delle vite di altre persone, poniamo loro domande e senza paura scriviamo delle loro vite. Oppure ancora, quante volte siamo riusciti a dare buoni consigli ed essere quella spalla amica che sostiene nei momenti di sconforto. Eppure, quando si tratta di noi stessi, parlare e raccontarsi necessita di uno sforzo maggiore.
Proprio così, mettersi a nudo, con le proprie paure e debolezze non è un lavoro semplice ed immediato, ma forse un lento processo di consapevolezza in cui arriva un momento della tua vita dove capisci che tu vali. Eccome se vali.
Spesso, io per prima, tendiamo a rifugiarci nei problemi degli altri e ad evitare un confronto vero con noi stessi, perché a volte specchiarsi e vedere che qualcosa non va, fa male, a volte troppo male. Non è vigliaccheria o mancanza di coraggio, ma è del tutto umano.
Non basterebbero pagine di libri per raccontarmi. Perché? Innanzi tutto perché sono una ragazza estremamente complessa: ho un carattere non semplice, ho una visione della vita abbastanza contorta e vivo in un mio mondo che spesso si scontra con quello reale.
Ovviamente so anche adattarmi alle situazioni quotidiane e di routine, però è difficile che io mi riveda in qualcosa di scontato e “normale”. E poi sono complessi i miei sogni e le ambizioni che conservo nel cuore, così complesse che a volte fanno paura. Paura di non raggiungerle e non avere la forza necessaria per arrivare alla meta.
E se fossimo semplicemente noi a complicare la vita più di quanto non lo sia ?
Questa è una domanda che mi pongo quotidianamente e con cui combatto per tentare di dare una risposta il più oggettiva possibile. Di fatto, io sono un fiume in piena, in ogni senso. Non ho argini e chi me li mette e mi fa sentire in un posto non mio, è come se mi chiudesse in una gabbia. Amo sognare ad occhi aperti, sentirmi libera, godere delle piccole cose che la vita offre, vivere di sensazioni e brividi nascosti, emozionarmi come una bambina e piangere dalla gioia.
Credo che mostrare le proprie fragilità non sia sinonimo di debolezza, al contrario, chi si mostra davvero per come è ha in mano il mondo.
Questa riflessione la porto sempre con me e la penso quasi ogni giorno. Sono sempre stata una persona forte, determinata e sicura, eppure arriva un punto della vita, inevitabilmente, in cui cadi, ti sbucci le ginocchia, devi chiedere aiuto e ricominciare a tornare a galla. In quel preciso istante ti rendi conto che forse, mostrarsi sempre come una donna forte e indistruttibile sia stato solo controproducente e che qualche volta, ogni volta che se ne sente il bisogno, mostrare le proprie fragilità, paure ed emozioni è segno di grande maturità.
Ognuno di noi in fondo è invincibile, perché siamo uomini e come tali sappiamo superare ostacoli, costruire ambizioni, avere sogni da realizzare eppure non dovremmo mai dimenticarci che una parte di noi è e resterà sempre bambina. Una parte che alcuni mostrano senza timore, altri con più reticenza, eppure c’è e non ci lascerà mai. Il nostro lato più fragile, emotivo, creativo. Quello che non ha paura di dire: ho paura.
Perché avere paura sembra essere oggigiorno una sconfitta, una mancanza di coraggio e carattere. Invece io dico che con la mia paura sto ricostruendo, mattone dopo mattone, un’intera esistenza e spero anche voi, per chi si rivedrà in queste parole, riuscirete a mostrarvi per come siete, senza paura alcuna.
Beatrice